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Friday, March 09, 2012

NA PISTA COM A SUPER DUCATI PANIGALE

La «rossa» più estrema si avvale di tecnologie da corsa:


con 195 Cv per 164 kg è pronta per il Superbike



In pista con la Panigale, la Super Ducati
La «rossa» più estrema si avvale di tecnologie da corsa:
con 195 Cv per 164 kg è pronta per il Superbike

ABU DHABI- Vi prego, fatemi fare un altro turno. Con questo pensiero sotto al casco imbocchiamo mestamente la pit-lane dello Yas marina Circuit (quello dove corre anche la F.1) dietro – un bel po’ dietro – a Troy Bayliss dopo una giornata passata in sella alla moto che lui stesso ha contribuito a sviluppare.

Astinenza da pista? Oppure questa Ducati crea dipendenza? Niente di tutto questo in realtà.

È solo che la 1199 Panigale, la «rossa» bicilindrica più potente e sofisticata di sempre, la moto più attesa del 2012, l’artefice della rivoluzione tecnica made in Borgo Panigale ti rapisce, c’è poco da fare.
In pista con la Ducati Panigale

In pista con la Ducati Panigale In pista con la Ducati Panigale In pista con la Ducati Panigale In pista con la Ducati Panigale In pista con la Ducati Panigale

Para pilotos espertos -Perché è intrigante, velocissima, leggera, potente estrema, divertente e innovativa. Ma soprattutto così diversa dalle Ducati Superbike che l’hanno preceduta – e da tutte le sue concorrenti – che per capirla e goderla fino in fondo ci vorrebbero ben più dei cinque turni di guida che ci sono stati concessi. E anche perché questa belva nata dalle corse, incredibile ma vero, non ti distrugge il fisico. Anche se non sei un pilota professionista, anche se il suo rapporto peso/potenza (0,84 kg/cv) fa paura anche solo scritto su un pezzo di carta. Ha 195 cavalli e pesa 164 chili a secco la Panigale. Eppure appena ti sistemi in sella, ben più dell’abitabilità, davvero encomiabile per un mezzo di questa estrazione, a sorprendere non sono tanto le prestazioni assolute, quanto le doti dinamiche di questa moto che in mezzo ai cordoli di una pista riesce a stabilire nuovi parametri per la sua classe – e non solo – in termini di maneggevolezza e velocità di discesa in piega.

A Potência do  «SUPERQUADRO»- Il tutto condito dalla solita precisione alle alte velocità e da un avantreno che restituisce sempre un gran feeling a chi guida. Intendiamoci, non che manchi«birra» nella manopola destra. Tutt’altro, visto che il motore Superquadro, anche lui del tutto nuovo rispetto al passato, è più dolce nella parte bassa del contagiri, ma oltre gli 8.000 giri e fino agli 11.500 indicati spinge con una forza inaudita, sparando la ruota anteriore verso il cielo anche in terza e proiettando la Panigale a velocità pazzesche per una moto stradale in men che non si dica (sul rettilineo più lungo del tracciato la moto passa da 60 a quasi 290 all’ora indicati in poco più di un chilometro…).

Tecnologia de corrida -Ma la verità è che la 1199 fa spuntare il classico sorriso sotto al casco per come si guida, perché ti fa vivere le sensazioni di una moto da corsa senza essere eccessivamente tagliente, scorbutica. Il merito è della nuova ciclistica, che rivoluziona il concetto tradizionale di telaio: in pratica questo non esiste più, sostituito da una struttura monoscocca in alluminio che contiene il sistema di alimentazione a iniezione e collega la forcella al motore, che ha ora funzione portante. Ma non va dimenticato il contributo dell’elettronica, che pervade e integra le funzioni meccaniche (sulla Panigale S oggetto della prova ci sono controllo di trazione, Abs, freno motore regolabile, sospensioni elettroniche e quick-shifter per un totale di 23.990 euro) creando un pacchetto di grande efficacia in ogni condizione di utilizzo. Non mancano poi freni Brembo portentosi per potenza e modulabilità – che funzionano in perfetta armonia con l’Abs sportivo, dotato anche di sistema di frenata combinata escludibile – e inediti pneumatici Pirelli Supercorsa SP, sviluppati dalla casa milanese insieme alla moto stessa e dotate di battistrada bimescola con posteriore da 200/55-17. In realtà si avverte anche qualche vibrazione di troppo su sella e manubrio e una certa sensibilità alla posizione del pilota in sella alle alte velocità. Ma con tutto quel ben di Dio chi ha il coraggio di farne un dramma?

Stefano Bargiggia7 marzo 2012 | 17:02© RIPRODUZIONE RISERVATA

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